Ostrich di Kawamura Ganjavian

27 Maggio 2011 / Oggettistica / 0 Comments /

Abbia il coraggio d’alzar la mano chi può affermare di non aver mai desiderato estraniarsi da tutto ciò che lo circonda per qualche istante, per ritrovare la pace, la concentrazione, l’equilibrio per ricominciare ad affrontare il lavoro e lo stress quotidiano senza rischiare di andar fuori di testa.

Kawamura Ganjavian Studio dà una risposta a tutti quelli che qualche volta nel bel mezzo dell’ufficio vorrebbero poter sparire per un momento, recuperare la lucidità, allontanarsi pur se non fisicamente da quella faccia da schiaffi del collega con cui si condivide la scrivania nell’open space. Si chiama Ostrich e dello struzzo ha il colore ma anche una caratteristica a tutti nota: si ficca la testa nella sabbia e chi s’è visto s’è visto, anche se solo per lo spazio di qualche istante.

Si tratta di una sorta di cuscino con uno spazio interno che consente di infilarvi la testa e parte delle braccia, creandosi un angolino di silenzio nel frastuono quotidiano. Non mi è chiaro come si faccia a respirare dentro quella massa soffice ma chiusa. Ma è probabile che sia la mia latente sofferenza per tutto ciò che è claustrofobico a far sorgere in me il dubbio su quanto effettivamente possa essere utile una simile soluzione. Chissà inoltre cosa penserebbe di noi il capo passando a fianco alla nostra scrivania e trovandoci infilati in una specie di cuscino a forma di grossa cozza.

Via Core77

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