Armani Casa, l’essenzialità fatta ad arredo

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Dice di non amare i quadri appesi alle pareti, Giorgio Armani, ma di preferirli appoggiati al pavimento oppure raccolti in una piccola galleria domestica. E a giudicare dalla sua collezione per la casa, viene facile immaginare che la sua parola d’ordine sia nascondere, meglio ancora rinchiudere, sotto le linee pure ed essenziali di arredi dal rigore zen.

Il suo tavolino infatti è pensato per contenere un televisore al plasma: quando lo si chiude, lo schermo scompare. I suoi armadi invece nascondono specchi che si aprono a ventaglio e spazi funzionali mentre una rivisitata coiffeuse, omaggio alla civetteria femminile, ha uno specchio a ribalta e una sedia a scomparsa che dopo il trucco si abbracciano in una scultura cilindrica.
Pochi gli oggetti concessi al decoro, rigorosi e materici. Si va dalle iconiche candele a cubo con trama a fibra di carbonio ai vasi ellittici in vetro bianco di murano, dalle macro ciotole in ossidiana alle macchie di colore lasciate delle scatole in diaspro rosso.

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Anche i tessuti damascati appaiono come uno strappo al rigore minimale. I motivi platino appena percepibili si uniscono alle tonalità dominanti: antracite, acciaio, wengè, oro, avorio e l’immancabile nero. Le forme asimmetriche della dormeuse e quelle stondate delle poltroncine addolciscono i tagli netti delle collezioni passate, donano intimità e un’ allure ricercata.
Ora resta solo da vedere se lo stile che guida la collezione Armani casa, nata nel 2000 sotto la moda imperante dell’arredo minimal, saprà resistere alle forme audaci e al total decor in arrivo con le nuove tendenze. Oppure se re Giorgio, sulla cresta dell’onda da oltre 30 anni nel mondo della moda, saprà ancora una volta tradurre il suo stile in qualcosa di inequivocabile e fuori dal tempo.

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