Tolomeo sta alle lampade più o meno come il tubino nero sta alla moda femminile: un pezzo dalla linea intramontabile che si adatta con versatilità a ogni ambiente. Dal più classico, in cui si inserisce col garbo della sua linea affusolata a quello più moderno, in cui emerge la rilettura in chiave moderna delle lampade a braccio del passato.
Era il 1981 quando Michele De Lucchi e Giancarlo Fassina presentarono per la prima volta ad Artemide il loro prototipo di lampada Tolomeo, un progetto del tutto innovativo che lasciava intravedere il tentativo di esplorare il concetto di tensione e movimento. Da quel momento si è lavorato al progetto per rendere la luce direzionabile verso ogni angolazione in modo stabile grazie al caratteristico sistema di molle e tiranti, si è pensato a un diffusore che potesse ruotare completamente e lo si è costruito con l’alluminio anodizzato anzichè con quello lucidato, comunemente usato in uso.
Il risultato è una lampada che in ventidue anni ha fatto il giro del mondo, ha trovato un posto su prestigiose scrivanie e uno (l’863°, per la precisione) tra le pagine della Phaidon Design Classic, la raccolta dei 1000 oggetti che hanno segnato il design del secolo scorso. Nel 1989 ha anche ricevuto il Compasso d’Oro, in riconoscimento al connubio perfetto tra forma e funzione che questa lampada rappresenta.
Ancora oggi Tolomeo non ha modificato la sua linea, ha arricchito la sua gamma di colori e si trova in tre versioni (Micro, Mini, Mega), a partire da 130 euro circa. E resta una delle lampade più vendute al mondo, oltre che un pezzo di design italiano straordinario e accessibile.
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