Mica si chiama The Invisible Chair per niente: è davvero invisibile, o quasi, mentre emerge da una struttura a rete che è lo stesso materiale che le dà forma. È un’idea dello studente di design Lee Hyokk che ha voluto rivisitare l’idea della poltrona in una chiave molto personale.
L’intera seduta infatti è costruita con il medesimo materiale della rete che ricopre la parete da cui emerge poi la poltrona stessa, incorporata ma al tempo stesso pronta a scorporarsi dall’insieme che le fornisce materia e corpo.
Il design si occupa da secoli della struttura delle sedie e di soluzioni e proposte ne abbimo viste a bizzeffe tanto da pensare, qualche volta, che non sarebbe stato possibile inventare più niente. Poi arriva un nuovo designer che spariglia le carte.
La sedia quasi invisibile di Lee Hyokk è proprio questo che fa. Dopo molti sketch e tentativi, ecco dunque prendere forma la sua idea: il materiale a intreccio regolare di una qualunque recinzione a un certo punto si perturba, promana da se stesso e dà vita alla silhouette di una poltrona. Su cui puoi sederti veramente.
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