Il suo nome è Doolight perché a firmarla è Doosan Baek ed è una lampada: una crasi ed ecco fatto, il nome è servito. È originale e divertente ma resta minimale nella concezione in modo da abbinarsi a diversi arredamenti senza risultare invadente o stonata.
Con le sue linee tondeggianti e una struttura multipla e cangiante è capace di aggiungere carattere – e luce, ovviamente! – anche al più minimalista degli ambienti senza però catalizzare tutta l’attenzione su di sé in via esclusiva.
Perché il colore minimalista quanto le forme, le linee curve e morbide, una concezione essenziale in ogni dettaglio fanno in modo che il risultato raggiunga un equilibrio ideale tra pezzo di design dalla innegabile grinta e accessorio funzionale che non attira fatalmente tutta l’attenzione.
Nasce come chandelier ma essendo modulare si possono modificare la sua forma e la sua intensità luminosa ma anche l’intera struttura, rendendola davvero minimal o, raggruppando più elementi, richiamando più barocche soluzioni.
Ciascuna “goccia” di luce si può usare come lampada da tavolo da sola, appesa a un braccio come abat-jour oppure sospendendone un gruppo a una staffa che pende dal soffitto, strutturata appositamente per accoglierne tante.
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