Da quando le sneakers non sono più soltanto scarpe per il tempo libero ma vera e propria tendenza, anzi oseremmo dire un cult, la ricerca creativa ha fatto passi da gigante sperimentando quanto più possibile. Tanto da raggiungere livelli persino inaspettati, come nel caso di cui parliamo oggi.
Ricercando nuovi materiali, configurazioni creative, soluzioni eco-friendly, qualcuno ha osato più di altri creando delle scarpe biodegradabili. Considerando che le sneakers, spesso multimateriale e costruite in modo che diventa difficile, se non impossibile, disassemblarle… ci sembra una novità non da poco.
Certo c’è da lavorare ancora un bel po’ sull’estetica, o almeno sui colori, onestamente. Però l’inizio è alquanto promettente e senz’altro interessante. Il nome stabilisce già il tono dell’operazione: si chiamano Sneature, perché sono sneakers sostenibili. Le ha immaginare Emilie Burfeind.
L’intera scarpa è creata a partire da materiali di scarto, non solo tutti riciclati ma anche tutti biodegradabili. Il processo di produzione sfrutta la tecnologia 3D e consente così un alto grado di personalizzazione mantenendo però al minimo il consumo energetico.
La membrana protettiva è realizzata con un filato proteico che proviene dal pelo dei cani (quello che perdono naturalmente, ovviamente) il che garantisce ottime proprietà di flessibilità, durata e traspirazione. E poi calza come fosse un calzino. Tra la membrana e la suola c’è uno strato di biogomma e bioplastica idrorepellente. La suola vera e propria è formata da cuscinetti realizzati a partire da scarti vegetali.
Il tuo indirizzo e-mail non verrà pubblicato.
Devi essere connesso per inviare un commento.
0 Comments